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venerdì 16 febbraio 2024

SIAMO LA DECIMA POTENZA ECONOMICA DEL MONDO. PERSI ANCHE I MARCHI DEL LUSSO...

Giannina Puddu

Siamo la decima potenza economica del mondo. Persi anche i marchi del lusso... Eppure, basterebbe che Meloni agisse per l'attuazione della dovuta "Zona Franca " in Sardegna...

Secondo Kantar, una società di ricerca, i 30 più grandi marchi italiani valgono complessivamente solo un terzo dei primi 30 tedeschi e un quarto di quelli francesi.

KANTAR: La classifica dei marchi italiani è stata ampliata per la prima volta da 30 a 40, al fine di misurare e celebrare maggiormente i marchi italiani di maggior successo.

Il valore totale del marchio nella classifica Kantar BrandZ Top 40 Most Valuable Italian Brands 2023 ammonta a 110,5 miliardi di dollari, con i primi 30 che complessivamente raggiungono un premio del valore del marchio del 2% rispetto al livello del 2020 (pre-COVID-19).

mercoledì 14 febbraio 2024

FAC SIMILE RIMBORSO DELL’ IVA per i residenti nelle zone franche come la Sardegna


FAC SIMILE RIMBORSO DELL’ IVA : 

IL SOTTOSCRITTO ( generalità e residenza ) CHIEDE IL RIMBORSO DELL’IVA PAGATA MA NON DOVUTA DA PARTE DI COLORO CHE RISIEDONO IN SARDEGNA , territorio istituito come zona franca extradoganale coni il dlgs 75/1998, dove si prevede che le zone franche dell’isola devono essere gestite/ disciplinate nel rispetto dei codici doganali comunitari emanati con i Regolamenti comunitari 2913/1992 e 2454/1993 confluiti nel nuovo codice doganale comunitario emanato con regolamento 952/2013 e dove all’articolo 1 si prevede che continua ad applicarsi la Direttiva 2006/112/CE , Regolamenti che si applicano direttamente a tutti gli Stati membri facenti parte della Unione Europea , Regolamenti che nell’ordine gerarchico delle fonti del diritto sono sovraordinati alla normativa degli Stati membri per cui si applicano direttamente ( a tutti gli Stati membri ) , mentre le Direttive comunitarie devono essere recepite in apposite leggi da parte degli Stati membri che hanno l’obbligo del adeguarsi alle suddette Direttive Comunitarie senza poter modificare il loro significato intrinseco . 

mercoledì 10 maggio 2023

Dr.sa Maria Rosaria Randaccio e la spada di giustizia

Christian Solinas presidente regione autonoma sardegna
La dr.sa Randaccio dopo tante esortazioni per porre fine all'ingiustizia per la Sardegna , dice basta al continuo insulto dei politicanti inetti dell'isola e brandisce la spada della giustizia , LETTERA APERTA AL DR SOLINAS PRESIDENTE DELLA SARDINYA , che a quanto pare, nonostante abbia illuso con la propaganda elettorale il popolo sarda dell'attuazione definitiva della zona franca ha gettato nel dimenticatoio le sue promesse all'elettorato a chi lo ha eletto, frustrando quanto il popolo ha di diritto con il dlgs 75/98 #SaDefenza

lunedì 6 marzo 2023

Fulford: L'intero sistema finanziario della Mafia Khazariana sta per crollare con Credit Suisse probabile primo domino

Credit Suisse al collasso
Di Windlander
Il collasso del sistema finanziario della mafia Khazariana (MK) sembra imminente con il Credit Suisse il probabile primo domino. Se cade, innescherà un processo che porterebbe al collasso di molte grandi banche e poi della Banca mondiale, del FMI e della grande Kahuna, la CORPORATION OF UNITED STATES.

Un report di Tommaso Rossini di geopolitica, interessante da vedere 

È ora in corso una vera e propria corsa agli sportelli di Credit Suisse poiché i clienti hanno ritirato $ 120 miliardi solo il mese scorso. Ora il New York Post riporta che le informazioni personali sensibili, tra cui l'identificazione della previdenza sociale, le informazioni sull'occupazione e i dettagli di contatto dei clienti che detengono $ 50 milioni o più in banca, sono state compromesse.

venerdì 1 novembre 2019

SARDEGNA LIBERA - VERSO LA ZONA FRANCA

SARDEGNA LIBERA 
ORGANO DELLA COMUNITÀ SARDA



autore: El-Kadi
(pseudonimo di Antonio Simon Mossa)

Un articolo datato. è del 1966 di un giornale sardista "SARDEGNA LIBERA", con uscita a numero unico,   ma è sempre attuale cambiano le prospettive e gli intendimenti sullo sviluppo da dare all'economia e alla società , arriviamo a oggi e dopo la Manifestazione del 13 settembre 2019 del Comitato spontaneo popolare per l'applicazione del DLgs 75/98  sotto il palazzo del Consiglio regionale sardo , si vedono segni in movimento , si organizzano eventi sulla Zona Franca  per sensibilizzare i politici della RAS alla sala del comune di Cagliari l'11 settembre, ad Assemini il 25 ottobre, al Nuraghe Losa domenica scorsa 27 ottobre, e guardando bene quanto si muove in giro ti rendi conto che veramente la macchina della Zona Franca si è avviata, e la voglia di vincere cresce, la consapevolezza si diffonde e la vediamo oggi nelle strade di Cagliari.

I commercianti cagliaritani si organizzano con  l'associazione "Strada  Facendo" approvata dal Comune di Cagliari lancia lo SHOPPING IN ZONA FRANCA,  sostenuta dai zona franchisti, l'iniziativa ha richiamato l'attenzione della cittadinanza dando l'input a una visione nuova nel concreto a cosa si intende nella realtà per zona franca , oggi i commercianti aderenti all'iniziativa hanno scorporato l'IVA dagli acquisti previa autorizzazione dell'Agenzia delle Entrate e aziende dei prodotti in vendita. 

In attesa che si applichi quanto dovuto dalla legge al popolo sardo , incoraggiamo tutti i cittadini a rivendicare personalmente  quanto non vi è stato ancora dato per diritto costituzionale , e a pressare ed esigere dai politici a fare il loro dovere e lavoro attuando la legge che costituisce la Zona Franca in Sardegna!

La locandina dell'evento di Cagliari per  1 e 2 Novembre 2019

via Garibaldi Cagliari




Shopping in Zona Franca i video




I video dell'iniziativa attuata dell’associazione dei commercianti Strada Facendo per far vivere ai loro clienti come sarebbe la Zona Franca se venisse finalmente applicata una legge rimasta al palo da vent'anni per l’irresponsabilità dei politici avvicendatisi al governo della RAS dal 1998 ...















SARDEGNA LIBERA 
ORGANO DELLA COMUNITÀ SARDA



Direzione e Redazione : Via Roma 68, Sassari

Sassari 20 Aprile 1966 
Numero Unico

autore: El-Kadi* (pseudonimo di Antonio Simon Mossa)

editing a cura di Sa Defenza 
30 Ottobre 2019


VERSO LA ZONA FRANCA 


La Via dell'Avvenire

La richiesta di trasformazione della Sardegna in Zona Franca, è stata avanzata sempre dai sardisti, proprio per liberare l'isola dal sistema soffocante della cinta doganale italiana, creata praticamente allo scopo di "proteggere" i produttori settentrionali che hanno fatto del Meridione e delle Isole del dominio italiano un largo mercato di consumo, una sorta di polmone regolatore degli squilibri di mercato, tanto più pericoloso - in ogni caso contrario ai nostri specifici interessi - in quanto ogni qualvolta ai grossi industriali del Nord si apre anche temporaneamente , un mercato estero,  tutto il Mezzogiorno è costretto non a prezzi di concorrenza ma a prezzi assai elevati. Ci si obietta che il sistema doganale italiano protegge il nord,  ciò è pacifico, ma protegge anche il sud consentendo il collocamento dei suoi scarsi prodotti nel mercato interno a prezzi remunerativi.

Questo ragionamento bizantino poteva anche essere accettato e giustificato nel lontano periodo dell'autarchia, quando cioè la folle politica di competizione fascista nella ricerca di un nuovo ordine tentava un assetto particolare e illusorio della malatissima economia nazionale.

Allora non si parlava certo di pianificazione economica ne di processo di sviluppo. Allora si parlava soltanto di supremazia e di rivendicazione, confondendo spesso e volentieri il "genio " italico con l'eterna  e insoddisfacente "fame " meridionale


La Nuova Struttura

 Dopo la guerra del 40/45 , quando le speranze di tutti i "regnicoli"  erano volte verso una .  nuova struttura economica e sociale del paese , la restituzione del regime democratico in contrapposizione a quello autoritario potesse veramente ricreare nella realtà una nuova economia complementare in cui il processo di sviluppo si sarebbe attuato in armonia con quello di tutta Europa, in cui le zone sottosviluppate  e depresse avrebbero trovato la solidarietà internazionale in virtù di nuove concezioni di collaborazione fra stato e stato nella più ampia visione di un rinnovamento europeo e  mondiale , quando insomma si profilava orma i chiara all'orizzonte  l'organizzazione supernazionale della Comunità Europea di cui tutti i territori -sopratutto quelli che avevano subito nel passato il peso di squilibri e di egemonie secolari- avrebbero beneficiato, in Italia, come in altri paesi d'Europa , la vecchia classe dominante , legata da una catena di interessi egoistici ottocenteschi, ebbe buon gioco con la classe politica sorta dal conflitto che regolò l'azione con la la massima disinvoltura.
Ecco quindi che i parlamentari democratici italiani e di molte altre nazioni tennero fede alla vecchia concezione di nazionalismo egoistico a servizio delle classi padronali, e furono mantenute e rafforzate le cinture doganali.


L'Egoismo Nazionalista

Tutti i sogni delle aree sottosviluppate e depresse vennero quindi duramente delusi . Il risveglio fu ed è terribile. Quegli stessi gruppi di potere , per prolungare ancora per molti anni la posizione acquisita a prezzo di dolori e sacrifici delle masse popolari e con totale impoverimento dei territori marginali , escogitarono la formula del Mercato Comune Europeo , formula  che tendeva - come oggi si può dedurre dal più semplice esame-  a federare le classi padronali dei paesi aderenti in cui erano tenuti presenti tutti gli interessi e i processi di sviluppo unilaterali; vera e propria consacrazione del 'peggiore egoismo capitalista, negazione sostanziale del principio di uguaglianza fra i popoli, tradimento della Carta delle Nazioni Unite.

La perplessità inglese , tanto dei conservatori , come sopratutto dei laburisti, i quali non potevano accettare il cambiamento di rotta di una larga maggioranza dei "Tories" disposta a vendersi all'Europa per l'ultimo salvataggio di un sistema ormai destinato a scomparire, dimostra chiaramente come l'area interessata al Mercato Comune  non era altro che una estensione del principio della polarizzazione di interessi di sfruttatori del restante mondo libero, depresso o sottosviluppato, zona  di influenza e sicuro mercato dei nuovi signori.


Libero Scambio

L'attuazione però di una tale politica economica ha stranamente coinciso con l'insofferenza e la rivoluzione armata dei popoli coloniali che costituivano per la nuova organizzazione europea  i nuclei della "promotion" del mercato nei territori finitimi. Tutto ciò doveva portare a tentativi di "aggiornamento"rapido e sostitutivo della concezione primitiva , alla concorrenza spietata con la ben più vasta area dell'EFTA, alla nuova tendenza concordata di "promotion" dai territori perduti in Africa e in Asia.

Quale sostanziale vantaggio potevano ottenere i territori marginali dell'area europea?, quei territori che le particolari  condizioni storiche di servaggio  e di dipendenza economica dalle grandi potenze industriali avevano  sempre mantenuto in posizione " coloniale"?
Soltanto i paesi che avevano raggiunto una reale "indipendenza" e potevano disporre in modo autonomo dalle proprie risorse risorse nel mondo libero, quelle nazioni che guardavano al mare e che seguendo l'esempio della vecchia Olanda e della vecchia Gran Bretagna , si erano costituite una "libera flotta mercantile" , avevano la speranza di sopravvivere   e resistere alla lotta serrata fra l'organizzazione economica europea e quella di libero scambio.

Posizione sostanziale , quindi , di non allineamento, con possibilità di sviluppo di rinascita , di progresso .

Se noi quindi, noi di Sardegna, vogliamo freddamente esaminare i danni di fatto , senza suggestioni patriottiche e senza le piagnucolose remore dell'Unione Europea, dobbiamo rilevare : 1) che la Sardegna si trova in una delle tipiche aree marginali ove la comunità europea del MEC non trova conveniente una politica di sviluppo economico ; 2) che il nostro sviluppo è condizionato a un reale interesse dai gruppi centro-europei  i quali tenderebbero ad incrementare le nostre capacità di mercato e di consumo in cambio di una parziale industrializzazione non concorrenziale col grosso complesso da essi manovrato; 3) che parte degli squilibri "marginali" dell'area europea dovrebbero essere assorbiti e bilanciati dagli stati componenti; 4) che qualunque forma di autonomia commerciale delle zone "marginali" potrebbe costituire , domani, causa di squilibrio per lo sviluppo graduale dell'area stessa; 5) che il nostro sviluppo dovrà essere in ogni caso controllato ed armonizzato in rapporto alle necessità della area europea del mercato comune , evitando ogni forma di concorrenza produttiva nei settori classici e in quelli di un prossimo avvenire ; 6) che alle frontiere nazionali tradizionali si sostituiscono ormai quella della Comunità Europea, con regime interno di interscambio libero, ma ben rigide diventano le frontiere di tutta l'area laddove , nelle zone marginali , ove potrebbe effettivamente crearsi  la possibilità o la necessità di una nuova forma di scambi con paesi al di fuori dell'area stessa, restano sempre uguali i problemi di sviluppo , perché le zone stesse continuano come nel passato ad essere chiuse da barriere invalicabili verso il mondo libero che supera largamente l'angustia europea; 7) che le zone franche marginali sottosviluppate e tali mantenute dal condizionamento rigido della Comunità Europea, si trovano tutte nel Mediterraneo, che è la vera storia dello sviluppo avvenire, ove tre continenti si affacciano, ove si incrociano le vie del mondo, ove le civiltà si affrontano e si integrano , e che pertanto non potranno restare vincolate  eternamente  a una imposizione egoistica delle nuove classi dominanti europee.

La nostra posizione non differisce quindi , a parte la diversità del grado di sviluppo, da quella di Wilson che disse , al Congresso Laborista del 1962: " Noi non intendiamo aderire al MEC se questo significa volgere le spalle al resto del mondo" , e nel Parlamento :" Noi siamo dispostissimi ad unirci al Mercato Comune se - ma insisto su questo se-  le condizione saranno tali da soddisfare i fondamentali interessi dell'Inghilterra e sopratutto il nostro diritto a proseguire gli scambi commerciali con i paesi del Commonwealth e dell'EFTA".



Il Club dei Ricchi 

Noi pertanto , pur essendo ben diverse le nostre attuali condizioni, non dobbiamo essere relegati  a una eterna posizione tributaria al Club dei Ricchi Europei, ma ma dobbiamo tenere conto e della posizione geografica e dei fermenti di sviluppo di tutta la area mediterranea di cui - si voglia o no- facciamo parte in modo concreto molto più e diversamente di quanto possiamo essere legati e inseriti in una realtà europea (nordista) alla quale siamo assolutamente estranei.

Ciò spiega la nostra avversione al Mercato Comune e il nostro insopprimibile obiettivo di inserimento della Sardegna nella più vasta area mediterranea che ci apre prospettive nuove e sopratutto alimenta le nostre speranze di una rinascita effettiva .

Ora soltanto così sarà possibile una graduale industrializzazione diffusiva nell'isola, perché soltanto a questo modo si rimuove definitivamente l'ostacolo  costituito dall'ipoteca nordista nei riguardi del nostro sviluppo, si determina una reazione a catena che, avvalendosi dei canali mediterranei in una nuova concezione di libertà commerciale , ci porta autonomamente a creare quel clima di interrelazione con tutti i popoli del bacino mediterraneo , in cui la complementarietà delle economie risultanti dovrà in breve o lungo periodo rendere l'isola stessa centro e non margine.

L'industrializzazione diffusiva, nei termini di una pianificazione globale ma integrata nel resto dell'area mediterranea, senza l'egoismo tradizionale della caccia al mercato lontano , senza sopratutto la tendenza sopraffattrice della concorrenza, dovrà quindi sorgere per forza di cose; la uscita da una cinta doganale europea , l'evasione da uno schema di posizione volutamente marginale, la coagulazione di energie volte al libero interscambio mediterraneo, la pianificazione del tutto autonoma in rapporto esclusivo con le possibilità di quella integrazione a larghissimo raggio, la trasformazione in altre parole della Sardegna in Isola Franca , significa l'unica vera strada per la rinascita.

Non più quindi esportazione di "coolies" cioè di gente affamata   e schiava che porta la sua energia, la sua intelligenza , la sua operosità,  a servizio del Nord Europa, ma processo integrato di industrializzazione in cui le nostre energie , la nostra intelligenza e la nostra operosità siano al servizio della Sardegna  e di quei popoli che possono sinceramente collaborare con la nostra gente senza essere da questi sfruttati e senza sfruttarla.


Utopia e Schiavitù

Non vi è niente di utopistico in questa concezione economica. Vi è soltanto l''esame obiettivo di una realtà ,  in vista di una liberazione dalle catene del vecchio egoismo dei padroni nordisti perché i sardisti sempre si sono battuti per la Sardegna Zona Franca, affinché la finalità di una autonomia completa e soddisfacente fosse raggiunta

Perché se si vuole veramente che il popolo sardo risalga la china della eterna miseria è indispensabile il processo integrale di industrializzazione . Presupposto perché si giunga alla diffusività delle industrie a tutti i livelli , onde rendere l'isola una terra sviluppata nel senso attuale del termine ,  e appunto la serie di vantaggi che la Zona Franca produce in rapporto a qualunque altro sistema di regimi , controlli, e barriere doganali. Ora, se il Mercato Comune  - come di fatto avviene- non favorisce o condiziona gli interessi di un club ristretto di regioni ricche il processo della nostra industrializzazione non si vede realmente il modo in cui si possa attuare nell'Isola la pianificazione globale che auspichiamo.

Il progetto di Statuto Autonomo Regionale proposto a suo tempo dai sardisti, prevedendo innanzitutto l'autonomia finanziaria della Sardegna , negava la validità del sistema doganale nazionale, strettamente protettivo di industrie che non hanno sede in Sardegna, e proponeva - secondo i programmi tradizionale del Partito- l'istituzione della Zona Franca estesa praticamente a tutto il territorio dell'isola. I sardisti si batterono contro il complicato sistema delle esenzioni parziali doganali, proposto dalla commissione per lo Statuto nominata dalla Consulta Regionale, in quanto non ritenevano che avrebbe ai potuto funzionare. Il che si è verificato, naturalmente, con l'aggravio che i sardi sono stati costretti e lo sono ancora oggi ad acquistare i prodotti che i monopoli italiani ci impongono a prezzi sempre più alti di quanto il mercato mondiale offra ( si veda l'azione monopolista della Federconsorzi in Sardegna).

E, come prevedeva Piero Soggiu (IL SOLCO, 12 Aprile 1947, n12) " alla fine dei venticinque anni (di esenzione doganale a favore dello sviluppo , secondo le proposte della Consulta ) , insufficienti a dare l'abbrivio alla trasformazione economica dell'isola, essa sarà nuovamente in lotta per mantenere quel minimo di libertà faticosamente conquistato. tanto valeva ottenere almeno i vantaggi della Zona Franca ", la situazione economica sarda si presenta , allo scadere di 18 anni , esattamente così, forse ancora più tragica di quanto lo stesso Piero Soggiu prevedesse.  D'altra parte, se si riuscisse a svincolare la Sardegna dal sistema doganale europeo e italiano, si aprirebbero le vie di uno sviluppo conforme al generale sviluppo dell'area mediterranea. L'autonomia non ha senso a nostro avviso senza l'autonomia doganale.


La Zona Franca come Aosta

 Con il riconoscimento della Zona Franca verrebbe a conseguirsi la esenzione dei diritti di confine , delle imposte interne di produzione e di vendita, con quale vantaggio per l'insediamento di industrie e per l'incremento del commercio è facile intendere. Solo in tal modo sarà possibile  istituire nell'isola depositi, industrie per la trasformazione , la manipolazione, e la conservazione di merci di alto valore tecnologico, in regime di piena libertà doganale.

Potranno essere quindi introdotti nell'isola e lavorati prodotti e materie prime  provenienti dall'estero senza i gravami dei diritti doganali; con la libera circolazione e il libero commercio delle materie prime e dei prodotti industriali  e con tutti quei provvedimenti atti a costituire la spina dorsale della rinascita economica dell'isola, palesi ed evidenti appaiono i vantaggi per i produttori ed i consumatori, per cui i sardi   senza esclusione di sorta si renderanno consapevoli  autori del processo generale di rinnovamento.

 L'isola dovrà innalzarsi al giusto posto che le compete nel Mediterraneo e nel mondo , affermandosi come centro di produzione e di esportazione offrendo pane e lavoro dignitoso a tutti i suoi figli.
Altrimenti lo sviluppo significherà soltanto miseria e miseria; l'autonomia non avrà efficacia , e la schiavitù dei sardi si estenderà ai secoli dei secoli.

 Ma non sono stati i sardisti a creare quella situazione. Sono stati gli altri partiti , asserviti al potere di gruppi monopolistici del nord. E piangono i sardi.



da Sardegna Libera 20 Aprile 1966

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mercoledì 11 settembre 2019

IL COMITATO SPONTANEO POPOLARE INDICE MANIFESTAZIONE IL 13 SETTEMBRE PER L'APPLICAZIONE DEL D.Lgs 75/98 SULLA ZONA FRANCA

IL COMITATO SPONTANEO POPOLARE INDICE MANIFESTAZIONE IL 13 SETTEMBRE PER L'APPLICAZIONE DEL D.Lgs 75/98 SULLA ZONA FRANCA 


Il Comitato Spontaneo Popolare per l’applicazione del DLgs 75/98  è l'organizzatore della manifestazione di venerdì 13 Settembre 2019 sotto il Palazzo Regionale via Roma CA.

Siamo un Comitato Spontaneo Popolare apartitico trasversale che mette al primo posto l'unione di tutti i sardi di tutte le persone di vari ambienti e ideologie , ci prefiggiamo di andare oltre le divisioni partitiche e politiche e ideologiche per l'interesse e bene di tutti, il comitato attualmente è composto da una ventina di persone , siamo presenti in tutte le regioni della Sardegna , il comitato nasce con l'esclusivo intento di esigere applicazione del DLgs 75/98. 

Il Comitato ringrazia tutti i zona franchisti per l’impegno profuso in questi anni, e tutti coloro che in questi sette anni hanno parlato e tenuta viva l’attenzione sulla zona franca , argomento che i politici avvicendati alla Regione hanno insabbiato dal 1998 a nostri giorni, riconosciamo il merito a a tutti coloro che si sono spesi e hanno impedito la perdita del diritto alla zona franca della Sardegna. 


Ribadiamo che  Comitato Spontaneo Popolare per l'applicazione del D.Lgs 75/98, nasce  per esigere quanto dovuto al popolo Sardo, appunto l'applicazione del D.Lgs 75/98.

Lo scopo del  Comitato è l'attuazione di una legge che da ben 21 anni è chiusa in un cassetto, ribadiamo che il decreto legislativo è di valenza costituzionale ed è fatto obbligo osservarla, ma spesso è in balia di una classe politica inetta e ignorante che  cavalca la progettualità e i benefici ch'essa porterebbe se applicata.

Abbiamo il dovere di ribadire che il decreto non è un punto di vista o una scuola di pensiero, ma, è legge di rango costituzionale, ai sensi dell'art. 12 dello Statuto Speciale della Regione Sardegna e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. E dunque va rispettato e applicato d’autorità.

Dalla sua applicazione scaturiscono benefici socio-economici per la Sardegna e per chi la abita.

Ho vissuto fuori dalla Sardinya per 40 anni da migrante, in continente, perciò capisco la portata dei benefici commisurati di questa legge in proporzione all'attuale miseria che viviamo, se poi la paragoniamo alla impossibilità di competitività per gli eccessivi costi di energia e trasporti con la penisola, comprendiamo bene che se ci fosse la zona franca  permetterebbe alle centinaia di migliaia di sardi emigrati per mancanza di pane e lavoro di poter tornare a casa, e a tutti i lavoratori subordinati,  oggi disoccupati , agli autonomi , e non , ai portuali o i lavoratori del terziario e del turismo e dell’industria di tornare a produrre ottimi prodotti, così anche nel settore agro-pastorale senza più la paura di non riuscire a vendere i loro prodotti, riacquisire quella competitività oggi impossibile da avere  per le motivazioni che abbiamo descritto, per non parlare della riduzione dei costi dell’energia e dei trasporti… 

Il Comitato Popolare fa appello  alla sensibilità e lungimiranza di tutti e chiede la massima partecipazione del Popolo Sardo , la zona franca è di tutti NOI sardi , e nulla ha a che fare con i partiti imbonitori, perché la Zona Franca è un diritto di tutto il popolo.



Ricordiamo a chi non ne avesse consapevolezza che l'’UE stessa ci ha considerato la regione più povera d'Europa e che è la regione alla quale arrivano meno finanziamenti fra tutte le altre della UE, Siamo pur consapevoli che la Sardegna è il sito più bello del mondo e le caratteristiche morfologiche naturali lo dimostrano , come pure le tracce storiche di enorme rilevanza, i dolmen, i nuraghi , i giganti di monte , le tradizioni antiche e  la cultura millenaria esibita nelle tradizionali feste in abito tradizionale , il buono e sano cibo , qualità che ne fanno a perla al  centro del Mediterraneo che conosciamo, nonostante tutto questo comunque siamo tra i più poveri d’Europa..

Alla retorica dei politici che ci chiedono dove prendere i soldi per sanità e altro poniamo in evidenza quanti miliardi  ci vengono  estorti ogni anno con  le accise della SARAS  ben 10 mld, pagate altrove anziché com'è giusto che sia nel luogo di trasformazione da greggio nel prodotto finito con le benzine, dunque invece di essere pagati qui in Sardegna, ricordiamo che  nel territorio attorno alla raffineria si scarica la virulenza l’inquinamento con tutti i danni ed effetti cosiddetti “collaterali” come le malattie oncologiche …

A quei partiti, tanto zelanti durante la campagna elettorale, che danno fiato alle loro trombe a favore della Zona Franca opportunisticamente per accaparrarsi i voti dei sardi , ma che poi subito dopo, finite le lezione e accaparrate le poltrone, si addormentano magicamente sugli allori appena insediati sugli alti scranni del palazzo e vengono meno magicamente a tutte le promesse e passioni ventilate per divenire immediatamente dopo mendaci. 

Siamo NOI ora a suonare forte le trombe perché sentano bene la carica del popolo per sturare bene le loro orecchie divenute improvvisamente sorde alle loro stesse proposte che hanno sbandierato durante il periodo elettorale affermando che la zona franca è la risposta giusta alla soluzione dei problemi della Sardegna, NOI popolo impediamo a questi politici di gettare nell'oblio profondo, e nella perdita della memoria la Zona Franca. A LORO urliamo con forza di svegliarsi e darsi da fare a servire con dovizia e rispetto gli elettori che sono in prima istanza i loro datori di lavoro , e di scuotersi dal torpore del Palazzo e attivare immediatamente il DLgs 75/98

Ecco perché abbiamo costituito questo comitato spontaneo popolare per una questione di sopravvivenza , per dar coscienza al popolo,  per insegnare a gestire  la propria vita fuori dalle istanze della politica partitica di palazzo, per tornare in piazza per scrollarne la fondamenta, per attivare la democrazia diretta e partecipata, per esigere  da questi "eletti" in Regione l'attività positiva che renda la giusta vivibilità sociale al popolo una volta per sempre.


L’appello che facciamo a tutti i sardi è di venire  e partecipare in quella che sarà la più grande e bella manifestazione di democrazia diretta per l’attuazione di un diritto di vitale importanza per tutti noi, per esigere l’applicazione del DLgs 75/98 sulla zona franca.




Riportiamo la trasmissione Thesauro del canale TV Sardegna 1 , di martedì sera 9 settembre, come esempio di  buona informazione TV che ha invitato e dato l'opportunità al Comitato di spiegare le  sue motivazioni, in un dibattito franco e aperto  sulla legge costituzionale dello statuto sardo in vista della  manifestazione che ha indetto  il Comitato Spontaneo Popolare per l'attivazione del D.Lgs 75/98 sulla Zona Franca per venerdì 13 settembre a Cagliari,  è stato invitato per a rappresentare il nostro comitato del popolo Valter Erriu, messo a confronto con il fiscalista Marcello Argiolas e l'Avv. Francesco Scifo il quale si occupa da anni dell'argomento Zona Franca.




Legge Regionale 2 agosto 2013, n.20

Norme urgenti per l'attuazione ed il funzionamento delle zone franche istituite nella Regione autonoma della Sardegna.
LEGGE REGIONALE 2 agosto 2013, n. 20

Norme urgenti per l'attuazione ed il funzionamento delle zone franche istituite nella Regione autonoma della Sardegna.

Fonte: BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE SARDEGNA N.36 del 8 agosto 2013.

Il Consiglio Regionale
ha approvato

Il Presidente della Regione
promulga
la seguente legge:

Art. 1
Trasformazione di società di gestione

1. Al fine di dare piena operatività alle zone franche della Sardegna istituite ai sensi del decreto legislativo 10 marzo 1998, n. 75 (Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Sardegna concernenti l'istituzione di zone franche), la Giunta regionale, entro sessanta giorni dall'approvazione della presente legge, adotta apposita deliberazione contenente la proposta di modifica del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 7 giugno 2001 (Ulteriori disposizioni per l'operatività della zona franca di Cagliari), che preveda la trasformazione della società di gestione denominata "Cagliari Free Zone" in "Sardegna Free Zone" e avente la finalità di porre in capo a quest'ultima e per tutte le zone franche istituite, le competenze già previste agli articoli 7, 9 e 10 del citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 7 giugno 2001. Nei termini previsti, la Presidenza della Regione raccoglie e, qualora non ancora perfezionata, definisce la delimitazione territoriale di tutte le zone franche della Sardegna.2. La società "Sardegna Free Zone" dispone di un capitale sociale così ripartito: il 33 per cento fra i comuni interessati, il 33 per cento fra le autorità di gestione dei porti e il restante 34 per cento detenuto dalla Regione autonoma della Sardegna.3. Entro i successivi sessanta giorni dall'adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di modifica, la Regione determina, ai sensi dell'articolo 12 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 7 giugno 2001, gli indirizzi generali per l'attività del soggetto gestore delle zone franche di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme ed Arbatax.4. Decorsi inutilmente i termini di cui ai commi 1 e 3 i poteri sostitutivi, in caso di inerzia rispetto alle presenti disposizioni, sono esercitati dal Prefetto della Provincia di Cagliari sentiti i prefetti delle province sarde interessate.

Art. 2
Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).

La presente legge sarà pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione.
E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione.

Data a Cagliari, addì 2 agosto 2013

Cappellacci


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https://sadefenza.blogspot.com/2019/09/il-comitato-spontaneo-popolare-indice.html



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mercoledì 6 febbraio 2019

Zona Franca e Decreto Legge 135/18 Dr.sa Randaccio


Zona Franca e Decreto Legge 135/18 Dr.sa Randaccio


Il governo italiota il 29 gennaio 2019 ha confermato il D.L.135/18 mutandolo in Legge , si parla di sterilizzazione del dl 75/98 che istituisce la zona franca in Sardegna, ma come affermato dalla Dottoressa Randaccio , non si può bloccare quanto istituito dai Trattati di Roma e confermato da quello di Lisbona...



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mercoledì 11 luglio 2018

Sa Defenza intervista Maurizio Blondet in Sardinya in Vacanza...

Sa Defenza intervista Maurizio Blondet in Sardinya in Vacanza...




Stamane abbiamo incontrato Maurizio Blondet, un giornalista di grande valore uomo di grande levatura etica, parla senza peli sulla lingua è diretto e spiega senza francesismi la verità oggettiva delle cose che accadono,  oltre ad essere un abile e buon conoscitore di giornalismo, conosce l'ambiente politico italiano ed estero,  non è allineato al sistema di potere mondialista, oltre ad essere un uomo di grandi valori umani e cristiani.

Stamane lo abbiamo incontrato nella nostra terra di Sardinya, e abbiamo fatto più una conversazione tra amici che una vera e propria intervista , gli argomenti trattati sono stati i più vari  sia sugli eventi politici italiani , che internazionali e pure locali a riguardo della Sardinya, con la questione zona franca che approva e ritiene un buon viatico per la Sardinya e l'Italia.

In privato abbiamo approfondito e parlato anche del patriota Doddore Meloni e dei vigliacchi INdipendenteisti del PD sardignoli che non lo hanno ne sostenuto ne solidarizzato nella sua lotta in solitudine, Maurizio Blondet è rimasto esterrefatto per il fenomeno di silenzio di un evento così importante che ha portato alla morte di una persona incarcerata, che nessun soggetto giornalistico della stampa nazionale ne abbia parlato,  ha paragonato la lotta di Doddore a Bobby Sands.

Dopo le sue intuizioni, su questi venditori di fumo,  ho raccontato cosa è accaduto e che Doddore si è portato con se in carcere il libro dell'irredentista irlandese , e che ha sfidato lo stato coloniale italiota a mantenerlo in vita se lo volevano mantenere in galera contro la sua volontà, ed io dico che ha vinto,  liberandosi dalla schiavitù di questi malfattori italioti e da quelli vili e servi ascari e politicanti sardignoli, come il Presidente della Regione Sarda Pigliaru e servi PD varicomplici di questi criminali al governo in Italia, il governo  Gentiloni altro massone e servo di Macron e Merkel, oltre alla stampa servile prona e super pagata da questi servi delle élite sovranazionali, anticostituzionali, che come appunto ha notato Blondet non hanno nemmeno dato la notizia del martirio di questo grande uomo politico e patriota sardo che è morto donando la sua preziosa vita per la sua patria sarda.

Consapevoli del valore di questo esperto giornalista, cosa rara nell'ambito del panorama dei giornalisti italioti, come potete constatare da voi stessi abbiamo tratto grande profitto parlando amichevolmente con molta semplicità e senza dover lottare con alcun altergo per poter avere un'intervista da un docente di giornalismo qual'è Blondet, la cosa difficile che traspare dall'intervista è un fatto anomalo , ovvero pare che sia più un nostro fratello maggiore  che un intrepido e zelante giornalista impegnato nel settore della vera informazione, oggi da conferenziere continua il suo impegno giornalistico, inoltre con il suo sito  maurizioblondet è luogo di riferimento per ogni giornalista e blogger alternativo al mainstream asservito al sistema, un sito di impegno informativo che surclassa le continue fake news diffuse quotidianamente dal mainstream del sistema politico globale.

Dobbiamo anche sapere, che fin dai tempi passati , Blondet lavorava per i vari giornali diffusi in tutta la penisola, dall'Avvenire, al Giornale, o il settimanale Gente, e molti altri, da giornalista onesto etico e veritiero , ha svelato con le sue importanti inchieste  aspetti della vita politica non esposta al pubblico inconsapevole, ed ha continuato, a rivelare tale sconosciuto mondo delle élite globali e locali, con la nonchalance che sappiamo essere prerogativa dell'Uomo di valore quale lui si è dimostrato nel tempo, uomo della classe media borghese, a cui nulla tange nel mondo se non l'interesse, per lui, disinteressato e cristiano del suo prossimo; sadefenza.blondet



http://sadefenza.blogspot.com/2018/07/sa-defenza-intervista-maurizio-blondet.html

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mercoledì 16 maggio 2018

PIGLIARU è come CIMABUE: UNA NE PENSA, NE COMBINA DUE!

PIGLIARU è come CIMABUE: UNA NE PENSA, NE COMBINA DUE!  

INIZIA LA SVENDITA  DEL PATRIMONIO TURISTICO SARDO AI CINESI...




Che in Sardinya avessimo la classe politica più inetta al governo della RAS era risaputo a tutti noi Sardi, e che fossero anche dei venditori di fumo lo sapevamo, non tanto per una visione politica  contrapposta per forza al PD, ma per la sola e concreta analisi delle azioni economiche mancate e il menefreghismo verso le problematiche profonde che affliggono la società sarda (disoccupazione ai massimi livelli in Italia e Europa, malasanità , abbandono dell'agricoltura e allevamento, politica inesistente  sul turismo e sulla archeologia) , onde per cui la sola visione meramente superficiale della realtà politica della RAS  risulta essere catastrofica;

Ora dopo aver già svenduto parte della sanità agli arabi con il Mater di Olbia,  lasciando sprovvista  la capitale sarda di un centro sanitario efficiente a favore del privato arabo , poi con la compartecipazione cinese al Centro ricerche di Pula, con il laboratorio misto fra Huawei e il Crs4,  ora si cimenta nella svendita del turismo nel sud Sardinya, ai cinesi della Holding Fosun.
Hotel e strutture turistiche da comprare, da costruire o da inventare. E posti che possono diventare miniere d'oro. Nella lista dei possibili investimenti ci sono anche ex arsenale (La Maddalena), aeroporti (forse quello militare di Cagliari) e Burgos. E addirittura collegamenti: i turisti cinesi potrebbero sbarcare nell'isola con un diretto Shangai-Sardegna. L'ipotesi di un ponte aereo intercontinentale non era mai saltata fuori. A suggerirla è stata Julia Gu, vice presidente della Holding Fosun, proprietaria di Club Med e di tanto altro, evidentemente convinta dal viaggio non proprio facilissimo per arrivare in Sardegna, per parlare con i vertici della Regione. Un consiglio che non ha lasciato indifferente Francesco Pigliaru: «Ci lavoreremo», ha detto il presidente.   lanuovasardegna
Mentre  il professorino , sorride  ai nuovi colonialisti pieni di soldi, immaginiamo cosa accadrà al turismo nostrano già in difficoltà per i costi eccessivi dei trasporti di cui la RAS e Giunta del PD e soci se ne fregano beatamente, inoltre sappiamo di quanto siano bravi i cinesi nell'emulare imitare il nostro artigianato le produzioni manuali di  tessitura così rinomate e belle, cosa accade alla nostra  filiera artigianale.
Come dice e suggerisce l'amico Alessandro  : "Hanno osservato e dato vita a imitazione del nostro artigianato, immettendo nel mercato prodotti che sono tutto fuorché prodotti nati dalle mani sapienti dei nostri artigiani "made in Sardinia", cercando di distruggere la creatività del nostro popolo.L'artigianato in Sardegna sta morendo, l'agricoltura e la pastorizia sono in ginocchio, le infrastrutture scarseggiano. Invece di cercare soluzioni, di proteggere e preservare la creatività, di dare speranza e dignità ad un popolo, "taluni" svendono tutto il patrimonio sardo, con tanto di catalogo!"
Ci pare di vederlo il presidente PIGLIARU mentre si accinge a prendere in mano il megafono per gridarci dentro, mentre gli astanti compratori si fanno attorno,  " ...prego signori , fatevi avanti che la Sardinya è in vendita a prezzi stracciati, venite e prendetevi tutto quel che vi pare.."
Il gruppo Fosun non scherza. È un nome serio. Anche finanziariamente: può vantare un fatturato di 14 miliardi di euro con un utile di 1,7 miliardi l'anno. Alla guida del Cda c'è un imprenditore, il fondatore, che si chiama Guo Guangchang, 51 anni. Nel suo impero c'è un po' di tutto. Sembra un governo con i ministeri: salute (ospedale e farmaci), turismo (club Med e partecipazioni alla Thomas Cook) e sport. Soprattutto calcio: la squadra dei Wanderers è neopromossa in Premier League e giocherà il prossimo anno con Manchester, Liverpool e tutto il top del calcio inglese. 
Ieri il gruppo si è presentato a Cagliari con tre delegati: oltre la vicepresidente c'erano il direttore degli investimenti Bruce Zhou e un altro rappresentante del colosso, Elmer Cai. Dall'altra parte del tavolo Pigliaru e il vicepresidente Raffaele Paci. In mezzo a loro uno schermo collegato a internet per andare subito a vedere posti e possibilità. Ad esempio, nelle battute finali dell'incontro è comparso sul monitor il porto canale di Cagliari. Ma la delegazione vuole vedere i siti anche da vicino. E infatti ha cominciato un tour che andrà avanti sino a domani. Ma non solo per vedere genericamente le bellezze della Sardegna. Ma per studiare ipotesi concrete di investimentolanuovasardegna 
 Non che non ci piacciano gli investimenti esteri nella nostra terra, ma dobbiamo sapere che il signor Pigliaru  potrebbe trasformare la Sardinya in un "Eldorado"  semplicemente applicando la legge esistente sulla Zona Franca, ma  da buon professore stipendiato e benestante al servizio di
"Roma Ladrona" si ostina a disattendere le aspettative della micro, piccola e media impresa sarda e pure italiana,  ne impedisce il suo sviluppo , espansione e ripresa per caparbia e indolente incapacità di ascolto e di azione di un fattore enorme come questo della Zona Franca.

L'esasperazione di fronte a tanta ipocrisia e ostinazione di fare il proprio dovere  al servizio dei sardi ci induce a chiedere a viva voce  l'intervento della magistratura sarda affinché rivolga la sua attenzione a questi comportamenti illegali nella disapplicazione di una Legge Nazionale e pure Regionale  sulle ZONE FRANCHE  e i PUNTI FRANCHI, che giacciono fermi e disattesi da almeno un ventennio!

Inoltre da non dimenticare come ha ben detto la Dr.sa Randaccio,  parlando delle Zone Franche , afferma : " Sono tutte vendite NULLE ...perché nelle zone franche gli stranieri non possono comprare ..svegliamoci e denunciamo la truffa della Regione.."



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